Transcontinental 2019: è una donna a vincere!
Una grandissima Fiona Kolbinger
In 10 giorni, 2 ore e 48 minuti una ragazza tedesca ha percorso in sella alla sua bicicletta 4000 chilometri. Si chiama Fiona Kolbinger, ha 24 anni ed il 6 agosto 2019 è stata la prima ad arrivare all’ultimo check-point della Transcontinental no.7. La sua impresa ha dell’incredibile perché dietro di lei ci sono altre 40 donne e ben 200 uomini. E’ infatti la prima volta nella storia di questa gara endurance che una rappresentante del così detto “sesso debole” si porta a casa la vittoria. Fiona, probabilmente senza pianificarlo, quest’estate ha davvero lasciato il segno, oltre ovviamente ad aver riempito di motivazione migliaia di ragazze che amano pedalare! Che dire “Chapeau Fiona” una grandissima atleta che sta già ispirando moltissime persone, complimenti!
La Transcontinental Race 2019
La Transcontinental Race è arrivata quest’anno alla sua settima edizione. Per chi non lo sapesse stiamo parlando di una gara di ciclismo endurance, dove i riders coinvolti devono pedalare no-stop per ben 4000 chilometri. Per darvi un’idea le 21 tappe dell’appena concluso Tour de France sommate insieme non arrivano a coprire l’intera distanza della TRC. Se pensiamo poi che il Tour dura circa 3 settimane ed include anche qualche giorno di riposo possiamo farci un’idea dell’intensità di questa competizione. Un gara pensata per mettere a dura prova il ciclista dove non conta solo quanto aerodinamica è la tua bicicletta o quanto ti sei allenato. Un’esperienza in sella di estrema resistenza non solo fisica ma sopratutto mentale.
Il regolamento
Ci sono pochissime regole da tenere presenti, il concetto dietro a questa competizione è infatti molto semplice. Viene introdotta come “the definitive self-supported bicycle race across Europe“, una gara ciclistica in solitaria che attraversa l’Europa. I partecipanti partono insieme da un punto A e devono arrivare al punto B, che dista 4000 chilometri, entro un determinato tempo massimo scegliendo il tragitto che preferiscono. L’arrivo è dall’altra parte d’Europa, quest’anno per esempio dalla Bulgaria si è pedalato verso nord, fino in Francia. E’ una gara individuale e unsupported quindi si pedala da soli e non si può accettare nessun tipo di aiuto lungo il tragitto. Sei tu a decidere quanto pedalare, quando dormire, a procurarti il cibo e a prenderti cura di te stesso e del tuo mezzo.
Attraversare un continente
Quest’anno la TRC no.7 ritorna a come era stata pensata inizialmente. Il tracciato infatti prevedeva che i partecipanti attraversassero l’intero continente europeo da Burgas in Bulgaria fino a Brest, in Bretagna, Francia. Una partenza dal mare prima di avventurarsi in tutta una serie di stupendi paesaggi caratterizzati da culture e altitudini totalmente diverse. Oltre all’immensa quantità di chilometri non vanno dimenticati i significati storici e culturali dell’intero percorso. Anche se a volte risulta difficile cogliere questa particolarità la Transcontinental è nata non solo per presentare una sfida ai vari riders, ma anche per immergerli nella diversità territoriale e culturale del vecchio continente.
I check-points
Lungo il percorso della Transcontinental 2019 ci sono quattro tappe definite dall’organizzazione, chiamati appunto check-points, dove tutti i concorrenti devono passare obbligatoriamente. A dare il benvenuto ai vari bike-packers al check-point numero 3 quest’anno c’era il team PEdALED. Un passaggio obbligatorio che costringeva i partecipanti ad affrontare alcuni tra i più bei passi delle Dolomiti oltre i picchi delle Ötztal Alps, al confine tra Italia e Austria. Un percorso che ricorda la grande vittoria del leggendario Gino Bartali seguito da Fausto coppi nel lontano 1940. Un altro bellissimo tratto era quello nel Passo Gardena che 2 anni fa ha visto passare la tappa 18 del Giro d’Italia e fa parte del percorso dell’annuale Maratona delle Dolomiti.
Fiona: una super donna!
Chi è la nuova donna da battere? Fiona è una ragazza tedesca che lavora come ricercatrice nel reparto di oncologia pediatrica a Heidelberg, in Germania. La Transcontinental 2019 è la sua prima gara ciclistica di ultra-endurance. Una comunissima ciclista amatoriale che non aveva mai affrontato sfide di questo tipo prima, nel suo “CV sportivo” infatti appare solo una timida partecipazione alla Londra-Edimburgo-Londra. A gara conclusa Fiona ha dichiarato che avrebbe potuto spingere di più e dormire di meno. Suona quasi come un rimprovero considerando che nel suo quarto giorno ha percorso 475 chilometri a 26,9 km/h, con una media quotidiana di 18 ore in sella e 4 ore di riposo sdraiata sul ciglio della strada.
Che dire, non abbiamo altro da aggiungere se non un meritatissimo GRANDE FIONA! Questa storia vi sta dando una certa ispirazione ed un bel po’ di motivazione per la prossima sfida in sella alla vostra bici?
Buona pedalata a tutti, non per forza di 4000 chilometri…